Esporsi al rischio del contagio. Su Piressia di Jonny Costantino
Arrivano innumerevoli sciami di lucciole; non aver paura, talpa, tu non vedi nulla e ciò che senti è silenzio annodato con serpi.
«[…] No, non c’è mai un tornaconto puramente concettuale nell’arte gloriosamente vissuta.
Non c’è nemmeno qui, nel libro dove ti trovi inoltrato, per quanto il sottoscritto ci stia dando dentro – al punto qui e lì di farmi e farti sanguinare le sinapsi coi concetti. C’è qualcosa di altro che sventra e sventrandolo trasfigura il concetto. Lo senti? Qualcosa come una coazione allo spostamento, una vocazione allo sgarro, alla suggestione che inquietando allerta e allertando accende un lampeggiante che fa bello il volto, il tuo e il mio, bello se non sublime, e fa della scrittura un volto, il più intimo dei volti. Qualcosa di oltre che conduce entrambi – te e me, nel farsi del libro, o almeno dovrebbe – altrove» (Jonny Costantino, Piressia, Wojtek Edizioni, Napoli 2024, p. 176).
Costantino stabilisce un patto col lettore: non scappare, non temere – gli dice. Piressia è un rapporto sulla letteratura di fuoco. La letteratura come chiave dell’universo. Non aver paura, ridi, universo. Tu sai chi sei, e chi sono io. Quel che viene prima, lo stato convulso dell’inizio verrà naturalmente assorbito, alla fine, dall’eterno femminino, che tutto pervade. Neoconiazioni ardite, zeppe dentro un impasto abnormemente lievitato prestano il fianco ad una voce in prova. Proproprova. Febbricitante. E il volo retorico è lunghissimo. Dall’Europa all’America. La più grande dote di Costantino è, senza dubbio, la volontà, sempre attizzata dal fuoco della sapienza. Non resta che fondersi. E la fusione, infatti, è il vincolo della Pirosofia.
Piressia è un libro spugnoso, pieno di buchi; assorbe e rilascia, respira, il nero non sporca il bianco; tracima nelle prime sessanta pagine, e nelle ultime venti; lo leggo in quattro giorni. Il grande amore per la mappa del fuoco induce Costantino a chiamare a raccolta i “confiamminei” dentro un turbine. A chiusura vedrò di elencarli tutti, o quasi, dentro un turbine.
Non so se l’igneità dia consapevolezza – non sempre è così, credo – sento, però, che, qualora la conceda, essa non sarà di prima mano, ma filtrata, e a quel punto ragionevolmente ne potranno discutere tutti gli analitici; questo fuoco rifratto sì, invece, ce l’ha, questa intima e umanissima consapevolezza. E artincendia, crasizza a volontà, neoconia, crea e rinuncia al sogno. Certo il libro ha il suo nucleo esplodente e artigliante: il dossier DKH. Scintilla la Dickinson, sovraccarico procede Kafka, tuttavia leggero scorre e scompare in mezzo ai flutti infernali, dove la Holiday affonda la sua fiamma.
A volte viene il dubbio che la Dickinson e Kafka siano esistiti, della Holiday non dubitiamo, l’abbiamo sentita, e catturata. Le glosse non cadono in nota, ma nel corpo infuocato del testo, lì bruciano, si fanno cenere, scompaiono. Come ogni opera esegetica di critica indiziaria l’autore è un traghettatore.
Filiazioni, analogie, rifrazioni, specchi, incantamenti e reincarnazioni che Costantino orchestra da cerimoniere-investigatore del fuoco, ricostruendo sul filo della paura la sua biografia, la sua metamorfosi. Il sopraddetto dossier DKH, compiutamente catafratto, fa il libro, mentre vorticoso gira tutto il resto dell’opera, emanando i miasmi dello sfacelo; vivida la brace, il calore, rapito, Costantino, al punto da stilare un canone massimalista in cui egli stesso si comprende.
E se la strategia di controllo delle talpe rimane sempre pressante, in una guerra fra opposti schieramenti, la vita, desacralizzata, e nudificata, richiede allora una militanza pirosofica contro la cieca conservazione. Le parole restano sulla carta, non vi sono segnali che lascino presagirne l’abbandono, o la scomparsa. Il potere è senza luce. È delle talpe; delle lucciole il vago riflesso di un’ombra, quell’oltre, la cui retorica si bagna e spegne nel mare magnum letterario.
[Lista quasi completa degli artisti di fuoco discussi o citati nel testo: Dickinson, Kafka, Holiday, Shakespeare, Rimbaud, Artaud, Wells, Baker, Cattafi, Gould, Bacon, Bolano, Saramago, Samorì, Brancale, Bergman, Benjamin, Moresco, Anedda, Porchia, Diderot, Melville, Goya, De Sade, Bernhard, Kristof, Lynch, Reed, Poe, Waits, Lispector, Bosch, Brueghel, Bellmer, Witkin, Costantino, Baudelaire, Calasso, Lautréamont, Bonnard, Mattotti, Herzog, Walser, Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Nerval, Daumal, Munch, Antonioni, Tarkovskij, Bulgakov, Bataille, Bresson, Cézanne, Nietzsche, Cassavetes, Arbus, Schubert, Giacometti, T. Scott, Agamben, Canetti, Leopardi, Le Corbusier, Pascal, Cartarescu, Dalla, Battiato, Limonov, Montaigne, Brakhage, Fassbinder, Heidegger, Hitchcock, Primo Levi, Améry, Ferreri, Rembrandt, Sontag.]