Ierofania

Sotto strati di roccia e lava,
dove il suono non riverbera e non c’è diversità,
nuoterai insolente
per risalire le parenti della crosta vulcanica
e poi su
per le mie cosce,
verso il monte e il ventre,
per scavarti col muso una fossa
dentro al mio ombelico
e cibarti di ciò che il mio ego trattiene lì dentro.

Giungerai nei pomeriggi piovosi
in una città piena di portici
a profumare il mio annichilimento:
mi troverai coperto solo da capelli,
uno spettacolo accattivante per i tuoi occhi
lapislazzuli.

Che tu sia spada di Damocle
che indica il sentiero più adeguato alla mia natura.
Io sarò il tormento nel sangue,
la gravità stessa che non ti confonderà nel mondo dei fenomeni.