La prossima poesia
La prossima poesia che scriverò sarà in linea con le nuove tendenze,
se l’amore non dovesse turbarmi con altri egoismi.
Sarà facile dire – e lo dirò – che è una poesia ignobile,
ma sarà parte del branding.
La prossima poesia che scriverò sarà una poesia front end,
se la cronaca non venisse a cercarmi la rabbia,
se solo per un giorno Bibi preservasse una bomba
per rimanere a casa con la propria famiglia.
La prossima poesia che scriverò manterrà il suo claim,
non la interrompesse una giornata di pioggia
sui miei sandali, imbrogliando il mio percorso
con un mezzo arcobaleno in una pozzanghera.
La prossima poesia che scriverò sedurrà un gatekeeper,
basterà restaurare e un po’ abbellire la linea bizantina
che mi ha portato qua, a patire un po’ di freddo
in estate; e non credere più alle illusioni.
Dovrò stare attento a non distrarmi nel pay-off,
la prossima poesia che scriverò avrà accaniti competitor
e non dovrò mescolare le ragioni del profitto
con il ricordo ormai ingiallito e stanco di me,
ingenuo, ad annusare il pane che lievità
sotto la finestra di una bottega;
nello sforzo, nascosto da uno strato di nebbia,
di illudermi e vedere le case come acquarelli.