Ogni amore è una lettera a se stessi

Postina, mio amore tormentoso e mia perpetua malinconia, bisognerà che tu parta alle 7.00 o alle 7.30 per consegnarmi questa lettera, perché a quell’ora la nebbia comincia a dissolversi assieme al freddo della notte. Io ora entro nell’acqua blu, ma solo dopo aver baciato questa carta che tu non leggerai, sebbene sia per te. Ah trovassi solo il coraggio di chiedere il tuo nome, così da poterti baciare le mani e il nido.
Ti farei avere ogni giorno una bella scatola piena di caramelle, per te. Ecco un pacco di scatole Lindt per la mamma. Sul divano un plaid e una borsa d’acqua calda.
Postina, Postina, e sempre parti e sempre te ne vai. E quest’angoscia non ha fine. Oggi sono più triste che mai. Perché una volta per sbaglio non leggi di nascosto una mia lettera?
Scopriresti, ascoltami un attimo, scopriresti che da anni ti apro la porta solo per dirti “Buongiorno, dove devo firmare?” E che cerco di scrutare da qualche parte il tuo nome, Postina, e che se tu sorridi cordialmente mentre mi porgi queste poesie che scrivo per vederti e parlarti, allora tutta la mia giornata è come un maggio fiorito e i sogni solo fiori d’arancio intrecciati ai tuoi capelli.

Postina mia dolce, ecco una mia poesia:

Postina nel mattino col mio cuore in borsetta
di lenzuola e inchiostro, di fronte a te son solo il mostro
delle buche delle porte, solo tu sei l’addetta
delle lettere che contengono l’amor nostro.

Tu postina trascini vestigia,
fredde eredità francobollate,
vocali grinzose in una mattina grigia
piena di cambiali stampate.

Postina, come un’ape ti posi vibrando
sugli stipiti di ogni casa nella via,
toccando il fiore che ti mando,
oh postina, sei la colomba mia.

Allora di nuovo ti guardo dalla gelosia
della finestra che spia il tuo sguardo,
mentre tu, postina, sorridi alla lettera mia
che ho scritto come un povero bardo.

Sarà così, mia busta, mio foglio, mia liturgia,
che ti costringerò ogni giorno
a suonare almeno due volte qua intorno
per farmi firmare la ricevuta dell’amore, la mia follia.

Prima lettera

Ciao Postina:
Ma quanto sei carina col tuo vestito da lavoro, che arrivi in bici fischiettando. Hai i capelli mori come more sono le cose vere. Hai un sorriso che sembra un tutù, ti vedo ballare la notte da sola, ma cosa balli che voglio danzarlo con te! Ciao Postina, Cristina, Valentina, Virginia, Monetina, Pesciolina, se nuoti con me ti giuro che surriscalderò le acque dell’oceano per farti stare comoda qua a galleggiare nel mondo. Ma quanto sono tenere le tue scarpe sui pedali della bici, sembrano due nasi che odorano il cielo. Sono pazzo di te, così pazzo da dire sciocchezze, direi solo sciocchezze per il resto della mia vita, Postina, solo per farti sorridere. Ogni cosa, tutto per il tuo sorriso. Cosa ti fa ridere? Se ti fanno ridere i filosofi ti parlerò per ore di Kant. Va bene, dovrei iscrivermi all’università di filosofia per sapere almeno che cosa dire, ma per te lo farei. Per caso ti fanno ridere gli architetti? Progetterò ponti a forma di cuore, grattacieli di sogni e industrie biodegradabili per te. Se invece fosse uno sciocco e normale essere umano, allora sarò me stesso, mi fai sentire così leggero, leggero come un palloncino, uno di quei palloncini gonfiati ad elio che una volta sfuggiti dalle dita di una bambina salgono in alto come una Luna al suo Zenit. Ciao Postina del mio cuore, vorrei tanto conoscere il tuo nome.

Seconda Lettera

Ciao Postina:
Ma lo sai che non ci sono parole per descrivere l’amore che provo per te? Profumi di qualsiasi cosa si possa definire buona. Per esempio: le farfalle sono buone? Allora tu profumi di farfalla. Se poi gli scienziati dimostrassero che le farfalle sono cattive, allora tu non profumeresti più di farfalla, ma di api, per esempio, che fanno il miele. Tu profumi di miele, non tanto perché profumi effettivamente di miele, ma perché l’essere del miele è buono. È liquido. O granuloso. Dipende, credo, dalla temperatura. Anche tu dipendi dalla temperatura? Vorrei sapere che effetto ha su di te un 45 gradi centigradi. La tua pelle deve diventare come un fluido dolcissimo. Io la spalmerei su una fetta di pane. Magari sotto ci metterei pure del burro. Per caso sei pure buona come il burro? Oh se tu fossi come il burro io cucinerei solo con te, che ogni piatto verrebbe delizioso. Ma ti immagini come ci staresti bene con una frittata? Saresti la mia frittatina di zucchine. Ti piacciono le zucchine? Le trifolerei nel miele, per te, Postina.

Terza Lettera

Cara Postina:
Stavo ascoltando della musica e mi sei venuta in mente. Credo che sia perché sono ossessionato da te. Non come un maniaco, un pazzo, un demente, ma come un giardino di piante in amore. C’è qualche differenza tra amore e ossessione? Ti chiederai cosa io possa amare di te. E che ne so io. Se lo sapessi forse adesso sarei una nuvola che ti fa ombra ad agosto. Quando sono a lavoro o sotto la doccia o a fare la spesa o a letto o al cinema, mi domando: ma perché amo tanto la mia Postina? Forse perché mi porta le mie lettere d’amore? Forse, invece, perché in una vita precedente lei era un uomo e io la sua sposa? Postina mia dolce, io non lo so proprio perché ti amo, però ti amo. Se esistessero spiegazioni a tutto, allora non ci sarebbe più niente da scoprire. Ecco io credo di amarti perché desidero con tutto il mio cuore scoprire cosa c’è dentro al nero delle tue pupille, quale tesoro si cela e rimane per sempre inafferrabile, nonostante sia esposto esattamente al centro della tua vista. Il tuo sguardo, ma quale tipo di entità, di energia, di pensiero, di emozione, di colore, di gusto, di luogo, di animale sei? Magari sei un Puffo. Sei un Puffo? Se tu fossi un Puffo saresti Puffetta. Puffetta la mora. Cristo, ma senti come parlo. Sembro un pazzo. Sono proprio pazzo di te.

Quarta Lettera

Ma perché non ti accorgi mai di me? Che cosa sono io per te? Ma non sai quanto sarebbe bella la nostra vita insieme? Ti scrivo lettere giorno dopo giorno e tu la mattina me le consegni e io le getto in una scatola enorme e tu sorridi mentre me la porgi ancora e ancora e non le apri mai, ma quante lettere dovrò ancora spedirmi perché tu capisca che ti amo? A me non importa della mia privacy, tu puoi sputarci sopra alla mia privacy, ma apri le mie lettere così che tu possa scoprire che ti amo. Forse il problema è che tu non mi ami. Deve essere così. E se tu non mi ami, io allora ti odio. Io ti odio. Sei orribile e insensibile. Te non hai la minima idea di cosa significhi veramente amare. Non hai nessuna capacità empatica. Non sei niente. Ma vai a trovarti un lavoro decente, pezzente, schifosa egoista. Hai pure una voce stridula. Ma come ragioni! Ma ragioni ogni tanto? Secondo me hai a dir tanto la quinta elementare. Sai cosa sono gli articoli determinativi? Sai contare fino a 10? E fino a 20? Ti odio. Ti odio con tutto me stesso.

Quinta lettera

Cara dolce Postina:
Scusa. Scusami. Mi sento di morire per le cose che ti ho detto nella scorsa lettera. Sono un imbecille. È tutta colpa mia. Solo colpa mia. Sono uno stupido. Potrai mai perdonarmi? Mi genufletto ai tuoi piedi in lacrime e ti imploro perdono. Tu sei perfettissima, perfettissima. Mai conosciuto creatura più perfettamente perfetta di te. Ero solo frustrato perché non ti accorgi di me, ma è tutta colpa mia se tu non mi noti, perché io non sono al tuo livello. Tu sei così perfetta che come faccio io a essere al tuo livello? Ti imploro di perdonarmi. Perdonami. Perdono. Perdono. Non abbandonarmi, oh mio dio, non cambiare lavoro, non andartene, ti supplico portami per sempre la posta e con essa le lettere che scrivo per te.