La fine del viaggio
Non so se qualcuno di voi ha mai inciampato nel Monte Analogo di Daumal. È un romanzetto del 1944, rimasto incompiuto…
Non so se qualcuno di voi ha mai inciampato nel Monte Analogo di Daumal. È un romanzetto del 1944, rimasto incompiuto…
Una pallina da ping pong rimbalza su una superficie di formica verde. Vietato giocare, decreta il regolamento del condominio…
Il papa polacco fendeva la folla a bordo della papamobile. Toccava mani, sfiorava dita, contemplava inghiottito una massa ondosa che lo invocava…
“Professò, qua le cose sono cambiate”.
Era quello che pensava di voler dire, e quello che aveva taciuto per non dispiacere il vecchio insegnante…
i sono pomeriggi adombrati da un senso di vergogna, tragico ed aurorale, da una serica malinconia che in maniere meschine incastella la mia slavata figura…
La sua ombra si avventa ancora su di me, come quando da bambina mi rannicchiavo in un angolo con le braccia sulla testa…
L’estate del 2019 ho deciso che non ne potevo più e che volevo star sola. Almeno un mese di beata solitudine…
Scrivere durante una cesura storica non è mai semplice: nuovo e vecchio si presentano come due facce della medesima realtà, che spesso è percepita come squallida decadenza…
È il ricatto del dolore che artiglia Oria alla bocca. Le cuce le labbra con ami da pesca e dai buchi degli innesti il suo silenzio gronda latrati di sacramento disobbedito.
Sono lì che sto per tirar giù la serranda, alzo gli occhi e lo vedo. È dentro, in piedi, davanti alla sala più piccola, i capelli bianchi, radi, e gli occhiali lo invecchiano, ma io lo riconosco subito.