Senza titolo
mentre l’animo fissava smorto il caseggiato
masticavi la mia bocca riducendola a un biglietto
in mare privo di bottiglia, e mentre lei
si nascondeva bimba tra le tende mute
e chiare come quando sorrideva alla famiglia
tormentavi i fiori rossi dell’adulta
che non riesco a interpretare fino alle pupille,
e quando hai detto che non ero una regina
senza quello scettro la mia mano ha detto
a me che dentro l’ombra ancora rantolavo: “Va’,
saprò restare come ho fatto sempre;
pensa invece a correre lontano, come hai fatto
sempre, corri alla finestra
così sgombra del molesto pianto
della cenere che soffia sopra la corona, e
soprattutto non voltarti indietro e se ti ferma
l’orizzonte rompi a calci il cielo, avanti avanti
e mai ti dico mai
guardare indietro” e mentre lei
nel saliscendi cieco confermava quel potere
che prendevi tu, con l’animo sparivo
in un tardivo abbraccio immaginario
senza il bianco graffio opaco
delle lacrime e dei denti