Sul lato giusto

Nel mio buco di terra,
Schiacciato sull’acqua fredda.
Murato qui, in questo grumo giallo
Di chilometri ed aria.
Mi trovereste qui, sdraiato tra i figli prematuri
di una primavera impaziente,
nella mia cella di prato,
come voi anche io, ubriaco dei miei veleni quotidiani.
Ma non cercatemi, io cammino ancora.
Il mio ulivo non brucia.
E nel mio palazzo ci si può ancora salutare.
Le rocce non sono il mio ultimo monumento
a ciò che resta.
La mia casa é rumorosa e affollata,
Ma non trema
e non si sbriciolerà domani.
Né qualche casco verrà a bussare
Il mare al di là dei palazzi é libero e aperto,
nessuno di guardia, neppure un cannone.
Io sono nato sul lato giusto
Sul lato giusto del grande mare bianco centrale.