Ti ho sentita piano morire

I riverberi della luce artificiale
tra giochi di vetri colorati
fluttuano sulle pareti di casa
consapevole che l’umano col tocco
può spegnerne il viaggio,
l’onnipotenza di una specie.

Manovrando il respiro del vento
le peregrinazioni delle onde
manipolando astri
e cadenzando i raccolti,
la terra è una serva ossequiosa.

Accarezzando il petto d’ambra
una notte scelto il buio per favorire il sonno,
ti ho sentita piano morire
ho perduto l’onnipotenza e pregato
di poter conservare tra i palmi
alcuni palpiti del tuo cuore
per il giorno in cui non ne avrai.