Le quattro meraviglie
La prima meraviglia fu incredula ed ingenua
come non capire un trucco di magia
o la falena che muore nella fiamma
in un singulto di luce appagata.
Con la seconda, ricordo, fui stanato dall’assurdo
che non colpì al mio cuore ma pretese
il passo claudicante e indeciso dello straniero
per ambientarmi nel guasto di esistere.
Per la terza, invece, mi infatuai del sublime
e volai verso l’Alto, L’Estremo, l’Intimo e il Profondo.
Fu solo un diversivo nella fuga da me stesso
ma che immacolata allucinazione!
La quarta mi bendò trascinandomi
lontano dallo sguardo preso in prestito
come per farmi nascere di nuovo
e riaprire il palmo della mano
ad una trepidante verità.