Odissea storta
Ti svegli. Un’altra giornata.
Il caffè è acquoso. Colpa di papà.
Non trovi la maglia. Colpa di mamma.
Non trovi la carta igienica in bagno. Colpa di dio.
Traffico per arrivare a scuola. Governo ladro.
Arrivi in ritardo. Ormai collezioni ritardi.
Ti siedi tra i banchi di scuola. Mi giustifico.
Speri che non ci sia il professore. Tanto ci sta.
Entra il professore. Mi giustifico.
Devi andare in bagno. Non ritorno più.
Intervallo. Perchè dura così poco?
Quella che ti piace ti saluta. Non succederà mai niente.
Ultima ora. Perchè dura così tanto?
Uscita da scuola. Troppa gente
Torni a piedi a casa. Troppa strada.
Arrivi a casa. Troppo studio.
I libri sono nella cartella. Troppo lontana.
La carta igienica non è stata ancora messa. Troppa sfortuna.
Il divano che chiama. Troppo comodo.
Un altro pomeriggio buttato. Vabbè c’è domani.
Senti dei lamenti dal piano inferiore. Vabbè è nonna.
Scendi per controllare. Ci sono troppe scale.
La nonna è morta. Vabbè era anziana.
Ritorni in casa. Ci sono troppe scale.
Su facebook non ci sono notifiche. Condividiamo qualcosa.
Su whatsapp nessuno mi cerca. Vabbè staranno studiando.
Ripensi alla ragazza. Un salto nel vuoto.
Sei stressato. Vado a masturbarmi.
Arriva tua madre. Ho fame.
“Come è andata a scuola?” Bene grazie prego.
“Fatto i compiti?” Bene gr… ah, no.
Arriva papà. Ancora non si mangia?
“Cos’è successo alla nonna?”. Non lo so.
Piatto a tavola. Sempre la stessa robaccia.
Accendi la tv. Perchè decidono sempre loro il canale?
Il telegiornale sullo schermo. Non mi interessa.
Vicino di casa stupra e butta dal balcone una bambina di sette anni. Sai che volo che ha fatto.
Disoccupazione giovanile in aumento. Cosa mi sto mangiando?
Fine della cena. Voglio una pizza.
Controlli whatsapp. No, non ti ha contattato.
“Stai sempre su quel cellulare!” Ok.
Lite con i tuoi genitori. Sono vecchi, chissene.
Ti chiudi in camera. E’ troppo piccola.
Apri facebook. Una notifica.
Scorri la bacheca di facebook. Mi annoio.
Sono le 22:30. Sto buttando il mio tempo.
Sono le 22:31. Arriva un mi piace.
Devi prepararti per andare a letto. Ogni giorno sempre la stessa cosa.
I tuoi già sono a letto. Neanche ciao hanno detto.
Il buio più totale. Spero di non sbattere la testa.
Ti metti sul letto. Non ho sonno.
Rifletti. Nessuno mi ha contattato su whatsapp?
Rifletti. La professoressa mi ha preso in antipatia.
Rifletti. Non capisco perchè non dovrei avere una possibilità con quella ragazza, non devo escludere a priori un qualcosa che non so, certo che la cena era orribile ma che roba era? Uh devo fare lo zaino, anzi no aspetta già sono dentro i libri, come ogni sera ahahhaah. Perchè mi sento così vuoto? Eppure ho tutto. E se questo tutto fosse niente? Dovrei iniziare a leggere qualche libro, dicono sia efficace, però non lo so mi annoia leggere, cioè quante pagine devo leggere? Nessuno mi cerca su whatsapp, forse ho fatto qualcosa di male, che cosa ho fatto? Quest’ansia che non se ne va mai, probabilmente sono malato e neanche lo so, spero trovino la cura per l’ansia, anche se quest’ansia non so da cosa sia generata quest’ansia, ansia,ansia.
Spegni il cellulare.
Ti svegli, un’altra giornata.
Questo scritto è stato pubblicato per la prima volta su Kairos 4 | 2016.