roberto petrazzuolo

I mangiatori di Loto

La penisola dei Lotofagi, anche chiamata Italia, è una nazione situata al centro-sud dell’Europa. L’etimologia del nome è da ricercarsi in una caratteristica quanto mai peculiare dei nativi, che, con grande stupore della scienza, hanno una capacità estrema di dimenticare. L’F.O. (fattore d’oblio) è stato ricercato dagli esperti dapprima nella composizione genetica dei lotofagi, con scarsi risultati, e successivamente è stata compiuta un’indagine ad ampio spettro sulle abitudini alimentari di questo popolo. Sebbene anche questa ricerca sia stata infruttuosa, gli esperti non demordono e continuano a battere questa pista, che sembra loro la più plausibile.
La diretta osservazione degli effetti, invece, ha portato un’ampia conoscenza sulle conseguenze di questo misterioso F.O. Fra le numerose evidenze ne elencheremo, a scopo divulgativo, solamente un numero ristretto appartenente alla maggiore manifestazione dell’attività dell’F.O.
La prima evidenza, la contraddizione diacronica, nasce dall’osservazione della dimenticanza storica largamente attestata nella penisola. I due campi di maggior successo sono quelli del fascismo e del razzismo. Il fascismo, duramente combattuto appena qualche generazione fa, riscopre una nuova popolarità nei tempi odierni. A nulla sono valse le testimonianze storiche di quelli che ancora respirano, e soprattutto di quelli che non respirano più, né tanto meno l’inchiostro ed il sangue versato per arginare le barbarie. L’influsso dell’F.O. è tanto forte che, dimenticando i morti, prima fra tutti la libertà, le mani destre dei nativi si alzano fieramente in un saluto che si sperava dimenticato ed invece, singolarità scientifica, è ricordato alla perfezione. La spiegazione più accreditata per questo fenomeno è che l’F.O. agisca in contemporanea con altri fattori, quali ad esempio l’A.L. (autolesionismo), l’M.C. (masochismo) e l’A.P.P. (amore per i pelati).
Il razzismo, strettamente correlato al primo campo, vive di una contraddizione intrinseca. Infatti, storicamente, i lotofagi l’hanno spesso subito, trovandosi loro stessi nella condizione di emigrati ingiustamente odiati. Anche qui gli esperti fanno ricorso ad una correlazione di fenomeni mnemonici e psicologici, questi ultimi supportati dagli studi freudiani.
La seconda evidenza nasce dal lavoro sperimentale di due esimi colleghi che da anni dedicano la loro vita a fornire, con straordinario successo, prove per questo tipo di sindrome. Il primo è il Dottor Matteo Salvini, diplomato cum laude con 48/60 e bacio della Nonna: con prova di grande maestria, egli contraddice continuamente il proprio pensiero nella speranza che i lotofagi lo notino. I primi test, ovvero i pensieri contraddetti con cancellazione di prove, si sono rivelati un insuccesso. La popolazione non ricordava nulla di quanto detto pochi giorni prima. I test sono continuati con il mantenimento delle prove ed i risultati sono stati i medesimi. Con lodevole ardire, il Dottor Salvini ha dunque provato a commettere colossali errori e furti che potessero prevalere sull’oblio diffuso. Inizialmente le reazioni indignate lasciarono intravedere qualche speranza di ripresa mnemonica, per poi ritornare miseramente all’oblio qualche giorno più tardi. Per loro, nulla era accaduto. Ma Salvini, e per questo lo ringraziamo pubblicamente, non demorde e cerca ogni giorno di inventarsene una nuova per far rendere conto agli italiani che sta rubando, mentendo e manipolando. Le nostre speranze si uniscono a quelle del dottore nella riuscita immediata di questo proposito. Sarebbe disdicevole dimenticare l’apporto fondamentale della collega Giorgia Meloni, vincitrice di un disco di platino per il brano “Genitore 1 e Genitore 2”. Tale brano nasce dalla speranza posta nella ricerca musicale di far sentire continuamente la propria sgradevole voce accompagnata da quanto mai sgradevoli idee allo scopo di suscitare qualche reazione. Ma l’oblio, a quanto pare, è tanto grande da adombrare anche le facoltà intellettive. A comprovazione di questo fenomeno ci sono le numerose idiozie ed illogicità promulgate dalla dottoressa, che si impegna costantemente nella difficile arte di crearne qualcuna sempre più stupida.
Chiudiamo quest’opera divulgativa augurando una pronta guarigione ai lotofagi e, sperando, ahimè invano, che questo lungo periodo di assenza mnemonica e mentale non finisca per disintegrare quel “bel” che resta del paese.