C’era una volta in America
Prendere calci in faccia tutta la vita. Bisogna restituirli, adesso. Senza rimandare. Senza esitare: calci, morsi e pugni…
Ideatore di Kairos, insegna italiano e latino per la Pubblica Istruzione, sente il bisogno di interpretare il mondo attraverso la scrittura, svolge sparuti seminari per condividere il pensiero, ama Leopardi, Dostoevskij, Nietzsche e Pessoa, insegue il senso che si nasconde.
Prendere calci in faccia tutta la vita. Bisogna restituirli, adesso. Senza rimandare. Senza esitare: calci, morsi e pugni…
S. si destò dalla solita notte senza sogni. Il corpo era grave, spossato, come se avesse vissuto dormendo. Non c’era stato riposo. Eppure non c’era ricordo lucido di vita onirica…
L’avverbio, secondo l’etimologia, è la parte invariabile del discorso che determina il significato del verbo…
Quanto resta impregnato di noi nelle cose? Quanti frammenti di esistenza si incrostano sulle setole di uno spazzolino, sui denti di una forchetta, sulle federe di un cuscino? Gli oggetti ci osservano, ci scrutano, ci vivono muti.
Nel ventre di Napoli c’è un antro di bellezza e di resistenza, dove da oltre venticinque anni si scrive, si rappresenta, si insegna il teatro ai massimi livelli…
Sono qui. Esisto mentre tutto frana. Io frano e il mondo è stabile e indifferente. O forse il mondo si è disintegrato e io sono una sopravvissuta, un fantasma morto che si aggira tra i vivi e ignora la sua sparizione…
L’anima è imprigionata nel corpo. Freme per rientrare nel luogo metafisico che l’ha generata, desidera liberarsi e ascendere, riemigrare nella dimensione dell’inizio…
Saltai dal treno che cadevano le bombe e avevo paura, tanta paura che non mi faceva pensare a niente, solo a buttarmi dal treno e a correre…
C’era un rito che si ripeteva con la precisione di un pendolo, settimanalmente, sempre la domenica, che scatenava un’irritazione furibonda…
Possedeva una intelligenza cartesiana, con cui analizzava la realtà scomponendola in dettagli, anatomizzati come piccoli corpi viventi…