Silenzio/E allora?/Di Nuovo
La dissi essere silenziosa.
Loro mi chiesero cosa
e io risposi che a colazione
si erano scambiati i biscotti,
parlando stanchi, e sorrisi.
E poi lui si è anche ricordato
che domani servirà il latte.
Silenzio
E allora?
Di nuovo
La dissi essere silenziosa.
Loro mi chiesero cosa
e io risposi che domenica
avevamo giocato insieme
e lui aveva riso, fino alle lacrime
aveva sbattuto i pugni
si era sporcato con la torta.
Silenzio
E allora?
Di nuovo
La dissi essere silenziosa.
Loro mi chiesero cosa
e io risposi che quel giorno
lui aveva aiutato un uomo,
incontrato in un bar.
Gli sorrise e lo abbracciò.
Teneramente, dolcemente.
Silenzio
E allora?
Di nuovo
La dissi essere silenziosa
loro mi chiesero cosa.
e io risposi che proprio lui
ieri giocava al parco
tornava bambino per poco
calciava la palla, cadeva,
perdeva il tempo nell’erba.
Silenzio
E allora?
Silenzio
Io non dissi più niente
Loro non mi chiesero
E io non riuscii a spiegare
che era assordante
la sofferenza segreta
di chi chiede un biscotto e sorride
che era frastuono
la disperazione innocente
di chi ride, ride, ride per piangere
che erano urla
gli abbracci teneri
di chi consolandosi, consola
che è silenziosa
la notte della spensieratezza
la morte delle speranze
il buio della coscienza.
Allora persi anch’io.
Lasciai quel frastuono
di dolori inespressi
lì nel silenzio.
Silenzio.
E allora?
di nuovo.